La Boga Films, con la regista Cristina Bocchialini ed il supporto della Lega Navale Italiana, produrrà un documentario sugli eventi che 60 anni fa videro la scrittrice Carolina Delburgo giungere a Brindisi  a bordo dell’Achyllèos, proveniente dall’Egitto.

La Lega Navale è stata lieta di partecipare e di soddisfare il desiderio espresso dalla Sig.ra Bocchialini di effettuare tale filmato a bordo di una imbarcazione che, dal castello di “forte a mare”, entri nel porto approdando alla banchina del porto interno.

Venerdì 17 giugno, presso l’Archivio di Stato la scrittrice ha presentato l’ultima edizione del volume “Come ladri nella notte” che racconta il rientro in Italia dall’Egitto della giovane Carolina, che segnerà per sempre la sua vita.

[vc_blockquote cite="Carolina Delburgo" bc_align="left"]Io, Carolina Delburgo, cittadina italiana nata al Cairo d'Egitto, il giorno 18 giugno 2016, ho fatto conoscenza con la Lega Navale Italiana sezione di Brindisi. Forse, nella mia adolescenza ne avevo già sentito parlare, ma nulla di più. Su proposta del Dott. Cosimo Meca, sono stata accolta nella sede della Lega Navale Italiana dal suo Presidente Ing. Roberto Galasso. Mi hanno fatto provare l'emozione e la soddisfazione di ripercorrere, a ritroso, lo stesso itinerario che mi aveva portato dal paese natio fino a Brindisi. La mia storia ha interessato anche la regista Cristina Bocchialini, fondatrice della Boga Film di Los Angeles, che ha filmato il nostro percorso, per inserirlo in un documentario, cui sta lavorando. Sono uscita dal porto della Lega Navale Italiana, su di un'imbarcazione con i soci: Francesco Valentini ed Antonio Pica. Eravamo scortati del Presidente Ing. Roberto Galasso, che, insieme ai miei ospiti, ci seguivano su di una splendida imbarcazione. Ci siamo diretti verso l'uscita del porto ed ho visto da lontano il centro di accoglienza di Bocche di Puglia, quella che avrebbe dovuto essere nei piani, la Stazione Sanitaria Marittima, la cui costruzione è stata interrotta dalla guerra seconda guerra mondiale. Dopo tanti anni, ho visto da lontano ciò che non avevo potuto apprezzare quando, bambina, dopo una navigazione piuttosto difficoltosa nel Canale di Otranto, sono arrivata a Brindisi. Nulla sapevo di quanto mi aspettava, e dentro di me, avevo solo amari ricordi della mia cacciata dal paese natio. Mio padre, quel giorno, dopo una giornata per noi di digiuno forzato, perché eravamo in navigazione, poi soggetti alle formalità della Dogana e della Capitaneria di Porto, non era neanche sicuro di potermi offrire un bicchiere di latte e una brioche. Quando andò alla cassa per pagare, il barista gli chiese “Ma voi siete scesi da quella nave?” indicando la nave attraccata alla banchina. Mio padre annuì ed allora lui gli disse: “Allora voi non pagate niente!”. E così fu per tutti i nostri compagni di viaggio. Eppure, il barista viveva del suo lavoro, in un periodo in cui l'Italia era povera ma, forse proprio per il fatto di essere povera, era così tanto vicina ad altri derelitti. Io sono orgogliosa di appartenere a questo paese, dove l'ospitalità è così sentita! Girando per il porto, vedendo il seno di Levante insieme al seno di Ponente, che si aprono entrambi verso l'imboccatura del porto, ho pensato che siano un simbolo dell'abbraccio che la città di Brindisi rivolge verso tutte le persone che arrivano in Italia. La Puglia è stata terra di accoglienza verso gli ebrei, i greci, gli slavi, gli albanesi e verso ogni sorta di persone che sono transitati da e per il Medio Oriente e per il resto del Mediterraneo. Grazie di cuore a tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare il sogno di tornare a Brindisi per ringraziare questa città e che si sono prodigate verso me e verso i miei ospiti. [/vc_blockquote]